La pratica dell’Odaimoku e l’impegno ad interiorizzare i sacri insegnamenti, fanno sì che i fedeli ricevano dalle sante esistenze spirituali -realmente presenti nel Gohonzon- guida, protezione e sostegno nella vita di tutti i giorni; tuttavia i benefici (giapp. goriyaku 御利益), ottenibili grazie all’invocazione dell’Odaimoku, non sono affatto l’obiettivo essenziale della pratica nella nostra Scuola, quanto piuttosto costituiscono la prova concreta dell’efficacia della fede poiché, come ci ricorda Nissen Shonin: “La protezione spirituale in questo mondo ci perviene al solo scopo di far sorgere in noi l’aspirazione per l’illuminazione (giapp. Bodai-shin 菩提心)”.

Chi pratica nella Honmon Butsuryu Shu, dovrebbe raccomandare agli altri di invocare l’Odaimoku e condividerne così insieme i meriti ed i benefici. Aiutare gli altri grazie all’Odaimoku e la sua diffusione, è la migliore forma di aiuto possibile che possiamo dare. Questa è la pratica della Via del Bodhisattva (giapp. Bosatsu-gyo 菩薩行).

Il Sutra del Loto è il nostro testo religioso fondamentale e contiene i sacri insegnamenti del Buddha Shakyamuni, affinché impegnandoci a seguirli, tutte le persone possano comprendere di avere valore e dignità e formare così, in ciascuno, una personalità ricca di benevolenza, generosità e compassione.

Chi possiede un’animo capace di empatia (giapp. ji 慈) nei riguardi della sofferenza degli altri e prova nel cuore la misericordia (giapp. hi 悲) necessaria nel volerla curare, è chiamato Bodhisattva. I Bodhisattva, che condividono sinceramente le preoccupazioni altrui ed hanno affetto per gli altri, pregano il Gohonzon invocando l’Odaimoku, per avere la saggezza e la forza di aiutarli ad affrontare e così superare problemi e avversità, a trascendere le afflizioni.

Nichiren Daibosatsu

Nulla è più potente della benevolenza perché accende la luce della speranza nei cuori delle persone. La benevolenza è un potere, è il potere della compassione (giapp. jihi 慈悲) che genera una forza senza limiti e la consapevolezza che c’è qualcuno che si preoccupa di noi e ci ama, fa sorgere dal nostro cuore la volontà di vivere.

L’intera esistenza del Grande Bodhisattva Nichiren (giapp. Nichiren Daibosatsu日蓮大菩薩), manifestazione di Jogyo, il discepolo originale del Buddha Eterno e Primordiale Shakyamuni -a capo dei Bodhisattva che sorgono dalla terra- è l’esempio della compassione, dell’amore incondizionato, della benevolenza e del grande coraggio. Per questo Egli è nostro Padre, Maestro e Signore in questa oscura epoca di Mappo e come tale è onorato nella Honmon Butsuryu Shu: modello di fede e di pratica, colui che ci invita a “leggere il Sutra del Loto con il corpo” (giapp. Hokekyo shikidoku 法華経色読) e non solo con la voce ed il cuore. Leggere il Sutra del Loto con il corpo significa metterlo in pratica nelle proprie azioni.

Commuoventi le parole che Nichiren Shonin rivolge al giovanissimo Nichiro Shonin, suo amato discepolo diretto e grazie al quale la Honmon Butsuryu Shu eredita il lignaggio. «Domani io partirò per la lontana provincia di Sado e nel freddo di questa notte ho pensato a come devi sentirti tu, in prigione ed ho provato una profonda pietà di te. Sei ammirevole e poiché tu hai letto l’intero Sutra del Loto con il corpo e con il cuore (giapp. kokoro ), potrai salvare tuo padre e tua madre, i sei parenti (padre, madre, moglie, fratello maggiore, fratello minore, figlio o figlia) e anche tutte le esistenze viventi. Gli altri leggono il Sutra del Loto solo con la bocca, poiché ne leggono i caratteri ma non lo leggono con il cuore ed anche se lo leggono con il cuore, non lo leggono con il corpo. Veramente lodevole è leggerlo sia con il corpo che con il cuore. Nel Sutra del Loto è scritto: «I giovani figli del cielo lo assisteranno e lo serviranno. Spade e bastoni non lo toccheranno e il veleno non avrà il potere di nuocergli» (cit. Sutra del Loto, cap. XIV). Perciò non ti succederà null’altro di male. Quando ti avranno rilasciato dalla prigione, vieni subito da me poiché non vedo l’ora di rivederci».

Nichiro Shonin viene allontanato perché si rifiuta di abbandonare Nichiren Shonin, in partenza per l’esilio di Izu (1261).

Buddha Shakyamuni non ci ha donato l’Odaimoku o i sacri insegnamenti del Sutra del Loto per il nostro interesse e tornaconto personale o peggio, per soddisfare la nostra bramosia di benessere. Anche i praticanti possono cadere infatti nell’inganno di credere che si stanno evolvendo spiritualmente, mentre invece, senza accorgersene, stanno rafforzando il loro egocentrismo, mediante un uso strumentale della pratica del Dharma. L’Odaimoku, ci ammonisce il rev. Odoshi Nisso Fukuoka, non va infatti inteso come uno strumento o mezzo (ingl. tool) da utilizzare per ottenere benefici. Il vero intento della apparizione nel mondo del Buddha e della predicazione del Sutra del Loto, è quello di formare in noi una personalità da Bodhisattva, grazie alla fervente preghiera, unita all’azione altruistica. 

Alla domanda “Che tipo di persona è il Bodhisattva, secondo gli insegnamenti della Honmon Butsuryu Shu?” il rev. Odoshi Nisso Fukuoka, risponde: “I Bodhisattva, indipendentemente dal fatto che siano laici o sacerdoti, sono fondamentalmente persone che sono di aiuto agli altri. Come si può essere di aiuto? Semplicemente impegnandosi ad insegnare loro ad invocare l’Odaimoku, questo significa comportarsi da Bodhisattva e questo ci insegna Nissen Shonin” (…) “Un fedele, però, non può aiutare gli altri con le proprie sole forze (giapp. ji-riki 自力) ma ha bisogno dell’aiuto esterno (giapp. ta-riki 他力) del Gohonzon. Insegnare agli altri la pratica della nostra spiritualità significa far loro invocare l’Odaimoku del Sutra del Loto. Diffondere la pratica agli altri e sostenerli nella preghiera, è una azione sacra (giapp. Gohoko ) molto importante per realizzare le vere intenzioni del Buddha Shakyamuni e di Nichiren Shonin. Questa è la Via semplice ed è la più breve per ricevere i meriti (giapp. kudoku 功德), da cui i benefici (giapp. goriyaku 御利益), tuttavia le persone comuni (giapp. bombu 凡夫) tendono a praticare per ottenere benefici personali piuttosto che cercare di aiutare gli altri, insegnando loro l’Odaimoku e sostenendoli così nella preghiera. A costoro Nissen Shonin scrive in un Gokyoka, le istruzioni dottrinali in versi: “Se offri i meriti e la sacra energia spirituale che ricevi dalla tua pratica per il bene degli altri, allora la sacra energia spirituale tornerà a te, ti sarà restituita dalle sante esistenze. Quando ci si impegna personalmente ad aiutare gli altri, i meriti di queste buone azioni saranno restituiti. Sarete felici e lo saranno anche coloro che avete aiutato”.

In questo Gokyoka Nissen Shonin dice che la pratica concreta di insegnare agli altri e di sostenerli fattivamente nell’invocare l’Odaimoku, gioverà a voi stessi e a chi si converte al Dharma, grazie proprio al vostro impegno. I meriti che donate per questa sacra attività vi saranno restituiti ed è questa la Via più breve per ottenere la protezione del Gohonzon. Le sante esistenze illuminate vi riconosceranno come uno di loro e non vi faranno mancare ciò di cui avete bisogno o necessità”.

Il rev. Odoshi Nisso Fukuoka, scrive: “La Honmon Butsuryu Shu si dà cura di offrire guida e sostegno a coloro che desiderano vivere secondo retta condotta, compassione e non-ego, allo scopo di considerare la felicità e il bene, anche in prospettiva della futura esistenza. Avendo salde nella propria mente queste tre virtù, si compiranno solo buone azioni i cui semi diverranno la fortuna che sperimenteremo già in questa esistenza e anche nella vita a venire. 

La retta condotta, ovvero le buone azioni, indica l’essere attenti nell’usare le parole, il corpo, i pensieri e i sentimenti. Non si devono compiere azioni che recano sofferenza, nuocendo agli altri. È bene astenersi dalle critiche gratuite, dall’ostilità, dalla gelosia e dall’invidia. 

La compassione è il desiderio di rendere felici gli altri, di essere solleciti con cura, di recar loro la buona fortuna del Dharma e la pratica dell’Odaimoku del Sutra del Loto: Namu Myoho Renge Kyo.

Il non-ego, infine, significa determinarsi quotidianamente a fare il bene senza egoismo, senza interesse e tornaconto personale”.