La Honmon Butsuryu Shu considera il Sutra del Loto come il Re dei sutra e per la stessa ragione, il Principe Shotoku (574-622), conosciuto anche come Principe Jogu e secondo figlio dell’Imperatore Yomei, così si esprime: “Il Sutra del Loto include ogni eccellente espediente necessario all’ottenimento dell’illuminazione. È come un immenso pascolo, un fertile campo ove conseguire l’illuminazione, una meravigliosa medicina che trasforma la vita in vita eterna. Il Buddha Shakyamuni fece il Suo avvento in questo mondo proprio per insegnare il Sutra del Loto a tutte le genti, rivelando agli uomini la vera ragione della loro esistenza e desiderava che ogni essere raggiungesse la più alta delle mete spirituali”.

Redatto tra il I sec. a.e.v. e il II sec. e.v. ed onorato sin dall’antichità, il Sutra del Loto è tenuto in altissima considerazione da tutte le tradizioni buddhiste. Al tempo di Nichiren Shonin (1222-1282) non vi era uniformità riguardo al praticarlo, così Egli, attenendosi rigorosamente agli insegnamenti del Buddha, ci ha affidato una modalità di pratica -sia contemplativa che attiva- fondata esclusivamente su di Esso, tanto semplice quanto profonda, in grado di condurre tutti, senza eccezione, al risveglio spirituale o illuminazione.

Sutra del Loto
scritto dal Principe Shotoku

Il Sutra del Loto è suddiviso in due sezioni. La prima o dell’insegnamento dell’impronta o traccia (giapp. Shakumon 迹門), raccoglie i primi quattordici capitoli nei quali il Buddha Shakyamuni si presenta nella forma di Buddha storico, Siddhartha Gautama, vincolato quindi ai limiti spazio-temporali. La seconda o dell’insegnamento dell’origine (giapp. Honmon 本門), raccoglie i capitoli dal XV al XXVIII e nella quale il Buddha Shakyamuni si rivela invece nella sua vera identità e natura originaria, quale manifestazione del Buddha Eterno e Primordiale, il Buddha che ha raggiunto l’illuminazione sin dal remoto passato di Kuon (久遠), Kuon jitsujo Shakamuni Nyorai.

La pratica semplice ed essenziale della Honmon Butsuryu Shu, consiste nella invocazione dell’Odaimoku (giapp. お題目): Namu Myoho Renge Kyo, formula ed espressione sacra e rituale (sansc. Dharani), celata nelle profondità spirituali degli otto capitoli (XV-XXII) della sezione di Honmon del Sutra del Loto (giapp. Honmon Happon 本門八品).

La Dharani dell’Odaimoku, Namu Myoho Renge Kyo (南無妙法蓮華経), è infatti considerata da Nichiren Shonin la quintessenza del Sutra del Loto stesso (giapp. Ji-ichinen-sanzen 事一念三千), la cui invocazione è la pratica specifica adatta a noi, gente comune (giapp. bombu 凡夫). che viviamo in un’epoca degenerata ed oscura, chiamata Mappo (giapp. 末法) o ultimo giorno del Dharma. Per gente comune si intendono dunque le persone ordinarie e non illuminate, che hanno cuore e mente (giapp. kokoro 心) offuscati dal karma formato dalle illusioni e dalle inclinazioni ai desideri materiali (giapp. bonno 煩悩) e che poco sanno dei sacri insegnamenti.

Il termine Namu (南無) deriva dal sanscrito namas o namo ed indica il prendere rifugio, il venerare, l’onorare e il credere con profonda fede, il donarsi completamente. Di conseguenza è opinione comune che Namu Myoho Renge Kyo significhi prendere rifugio nel Sutra del Loto (giapp. Myohorengekyo). Nel caso dell‘Odaimoku, tuttavia, Myoho -del titolo del Sutra- è la sacra esistenza fondamentale e verità ultima, che sta alla base di tutta la vita e di tutte le leggi che governano l’universo, nella quale il Buddha Shakyamuni stesso ha preso rifugio. In altre parole, Namu Myoho Renge Kyo è la quintessenza e la sostanza stessa dell’illuminazione da Lui conseguita.

La pratica dell’Odaimoku, Namu Myoho Renge Kyo, è stata rivelata dal Buddha Eterno e Primordiale Shakyamuni negli otto capitoli (XV-XXII) dell’Honmon del Sutra del Loto (giapp. Honmon Happon 本門八品) ed è per questa ragione che essi sono ritenuti il cuore di tutti e ventotto i capitoli del Sutra.

Nel trattato più importante che Nichiren Shonin abbia scritto, leggiamo: “Dei più di quarant’anni che il Buddha trascorse predicando, è solo negli ultimi otto anni che Egli espose il Sutra del Loto e persino in esso, è solo negli otto capitoli di Honmon che questo sacro e venerabile Gohonzon venne rivelato e trasmesso” (Kanjin Honzon Sho 観心本尊抄).

Nel cap. XXI, Namu Myoho Renge Kyo viene affidato al Bodhisattva Jogyo (giapp. Honge Jogyo 本化上行), il discepolo originale del Buddha Eterno e Primordiale Shakyamuni. L’Odaimoku, così rivelato negli otto capitoli e trasmesso al Bodhisattva Jogyo è dunque il Dharma meraviglioso, che pone il seme, la vera causa dell’Illuminazione (Giapp. Honnin geshu 本因下種) nella mente (giapp. kokoro 心) di tutti gli esseri viventi, poiché è la pratica originaria (giapp. Jigyo 事行) svolta sin dal remoto passato (giapp. Kuon 久遠) dal Buddha, allo scopo di raggiungere l’illuminazione. L’Odaimoku è dunque il seme dell’illuminazione che rende in grado noi, gente comune, di conseguire la Buddhità nella nostra epoca di Mappo.

La pratica essenziale dell’Odaimoku, comprende in sé tutte le pratiche e le sostituisce, compresa perfino la recitazione del Sutra del Loto. Questo insegna il Bodhisattva Nichiren quando scrive, nel 1278, in risposta al fedele Tokimitsu Nanjo (Ueno Dono Gohenji 上野殿御返事): “Ora che siamo entrati nell’ultimo periodo del Dharma, né gli altri sutra né il Sutra del Loto sono più efficaci, solo Namu Myoho Renge Kyo. A stabilire questo non sono certo io. I Buddha Shakyamuni e Taho lo hanno stabilito, i Buddha delle dieci direzioni e i Bodhisattva che sono sorti dalla terra. Mescolare Namu Myoho Renge Kyo con altre cose è un errore molto grave” -e continua chiarendo: “Quando il sole è sorto, la lampada è inutile e quando cade la pioggia, la rugiada di che utilità è? Un neonato lo si può nutrire con qualcosa di diverso dal latte? Alla giusta medicina non è necessario aggiungerne altre”.

Il Grande Bodhisattva Nichiren ci ricorda che: “Entrati nell’epoca di Mappo però, le parole dei sutra Hinayana, Mahayana e del Loto, affidati rispettivamente a Mahakashyapa, Ananda e altri; al Bodhisattva Monju, a Yakuo, Kannon e altri, sono rimaste, ma non curano più le malattie degli esseri viventi. Le malattie sono gravi e queste medicine poco efficaci. È il tempo in cui il Bodhisattva Jogyo farà la sua comparsa nel mondo e donerà a tutti gli esseri viventi di Jambudvipa (ndr. il nostro mondo) i cinque caratteri di Myo Ho Ren Ge Kyo” (Takahashi Nyudo dono gohenji 高橋入道殿御返事).

Fedele agli insegnamenti di Nichiren Shonin, la nostra Scuola ricorda che l’epoca in cui viviamo è stata profetizzata dal Sutra del Loto come l’oscuro periodo di Mappo, la fase di decadenza del Dharma o ultimo giorno del Dharma, nel quale non tutti sono in grado di salvarsi contando sulle proprie capacità per esercitare le virtù o paramita.

A coloro che non sono capaci di esercitare le austerità e le paramita con le proprie sole forze (giapp. ji-riki 自力), Nichiren Shonin raccomanda la Via semplice ovvero l’efficace pratica dell’Odaimoku, considerata quale semina dell’illuminazione, come la Via spirituale che compendia, include e contiene in sé tutti i meriti (giapp. kudoku 功徳, sanscr. punya) che si possono conseguire con la pratica buddhista.

“I cinque caratteri di Myo Ho Ren Ge Kyo, il cuore dell’insegnamento di Honmon del Sutra del Loto, contengono tutti i benefici accumulati delle pratiche e delle azioni meritorie di tutti i Buddha nelle tre esistenze (passato, presente, futuro). Come possono quindi questi cinque caratteri non includere i meriti ottenuti osservando tutti i precetti? Una volta abbracciato questo meraviglioso precetto perfettamente dotato, un praticante non può romperlo, nemmeno se volesse. Per questo è chiamato il precetto del calice di diamante, impossibile da infrangere”.

Poiché “Namu Myoho Renge Kyo non solo è il cuore di tutti gli insegnamenti del Buddha, ma è anche il cuore, l’essenza e il principio fondamentale del Sutra del Loto (Nichiren Shonin, Soya Nyudo dono Gohenji 曾谷入道殿御返事), la sua pratica equivale ad abbracciare dunque l’essenza stessa del Dharma meraviglioso e fruirne così dei meriti o virtù, la sacra energia spirituale dell’illuminazione.

La Honmon Butsuryu Shu, attenendosi al XVII capitolo del Sutra del Loto, Discriminazione dei meriti e al capitolo XXI, I poteri soprannaturali del Tathagata, insegna che è grazie all’invocazione dell’Odaimoku che i meriti dell’illuminazione del Buddha Eterno e Primordiale Shakyamuni possano essere fruiti da noi, gente comune, in ichinen shinge (一念信解), in un solo momento (giapp. ichinen 一念) di comprensione per fede, in cui capiamo che Buddha, venerato nel Gohonzon, è la nostra stessa vera anima ed essenza.